Description
Cantata N.3 Phos Hilarón [The Joyful Light] by Juan Trigos
Cantata in five movements for soprano, mezzo, obbligato flute,
boy chorus, mixed chorus and orchestra
I Introito
II Lamento
III Soliloquio
IV Invocazione (Litania)
V Phos Hilarón (Inno)
Texts selection by Padre Daniele Gianotti (Diocesan institute of music and liturgy of Reggio Emilia, Italy). Lamento: Psalm 87 (88), Soliloquio: R.M. Rilke, Libro d’Ore; translation by C. Lievi, in R. M. Rilke, Poesie, I (1895-1908), Einaudi, Torino 1994, p. 141., Invocazione: Cf. Fiona 2. Phos Hilarón [Joyful Light]: from the Greek Φῶς Ἱλαρόν. Is an ancient Christian hymn originally written in New Testament Greek. The Joyful Light represent the light burning in the empty tomb of Christ, its glow a symbol of the living light of Jesus.
Instrumentation: soprano, mezzo, flute concertante, boy chorus (optional), mixed chorus. Orchestra:3(I fl concertante)333 – 4331 – tmp+4 – Concertino: 2hp, elect.pn, pn, harm (or org) – str
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Duration: 38′
Year: 2013
World Premiere: 2013
PERUSAL SCORE
DISCOGRAPHY
Cantata Concertante N.3 “Phos Hilaron” (Orch.Vers.)
Soloists: Daniela D’Ingiullo (soprano), Grace Echauri (mezzosoprano), Cuauhtémoc Trejo (concertante flute)
Coro Juvenil del Conservatorio de Celaya
Choir Conductor: Rubén Barrera
Orquesta Sinfónica de Guanajuato
Conductor: Juan Trigos
Quindecim 2014
I. Introito
III. Soliloquio
IV. Invocazione
V. Phos Hilaron
Soprano: Daniela D’Ingiullo. Mezzosoprano: Grace Echauri. Flute: Cuauhtémoc Trejo. Coro Juvenil del Conservatorio de Celaya. Choir Conductor Rubén Barrera. Guanajuato Symphony Orchestra. Conductor Juan Trigos
PROGRAM NOTES
[ITALIANO]
Cantata N.3 Phos Hilarón by Juan Trigos
Cantata in cinque movimenti per soprano, mezzosoprano, flauto obbligato, coro di bambini, coro misto e orchestra
I Introito
II Lamento (1)
III Soliloquio (2)
IV Invocazione (Litania) (3)
V Phos Hilarón (Inno) (4)
L’ intera Cantata è composta prendendo come fonte di ispirazione lo spirito dell’inno Phos Hilaron e il sentimento che provoca in me. Partendo da questo nasce un’astrazione dell’immagine sonora, che ricorda e fa rifermento alla scrittura modale dei greci, al canto gregoriano, ai canti antifonali e salmodici della chiesa ortodossa e alla musica polifonica dei secoli XV e XVI. Non pretende essere un’ imitazione, citazione o sfoggio di tecniche. Si tratta di una speculazione artistica nel senso latino di “riflessione” e non di una pura e vuota sperimentazione. Si tratta dell’espressione delle esperienze artistiche (spirituali) vissute e assimilate internamente.
Allo stesso tempo, il testo generale dell’intera Cantata, con tutte le sue parti e la forma predeterminata, il ritmo intrinseco di ogni parola, ogni frase e segno di punteggiatura, giocano un ruolo fondamentale nella costruzione.
Per descrivere in linea generale come è elaborata la composizione, prenderò come esempio il materiale musicale che ho utilizzato nello specifico nell’inno Phos Hilaron (ultimo movimiento del brano).
Ho utilizzato tre tetracordi ognuno con una nota in comune e con una nota che funziona come dominante o “corda da recita” (termine usato nel gregoriano).
Esempio:
. ┌ ↔ ┐ ┌ ↔ ┐
- RE Mib FA SOL 2. SOL LA Sib DO 3. DO RE MIb FA
. ← ← →
I tetracordi 1 e 2 si comportano generalmente in moto discendente. Alle sillabe accentuate delle parole si assegna una delle note dominante o corda da recita, a seconda del caso e del contenuto del testo che sia più o meno drammatico (DO, SOL opp. RE). Alle sillabe non accentuate si assegnano le 3 note restanti di ogni tetracordo (SIb, LA, SOL e FA, MIb, RE), che si ripetono fino a terminare la frase o frammento. Le sillabe accentuate interrompono il movimento ripetitivo discendente delle anteriori e danno varietà ad ogni frase, che dipende direttamente dal testo stesso. Anche la durata delle note è determinata a seconda che le sillabe siano accentuate o no. Le sillabe accentuate valgono due tempi e le altre uno. Questo determina anche la metrica della frase musicale dell’inno.
Esempio:
accento accento accento
Do Sib La Do Sol Do Sib
Phós Hi – la – rón a – gí – as
Il terzo tetracordo si comporta di maniera simile ai precedenti, però con moto ascendente e viene utilizzato come formula per indicare il punto finale (e la sua ultima nota ha funzione di “finalis”), seguito da un piccolo intervento strumentale. Mette in rilievo le parole Iesoú Christé, Theón, Hyié, doxázei, etc.
Esempio:
DO RE-MIb-FA
Chris – té________
La virgola viene risaltata e incorporata nella struttura attraverso l’aggiunta della prima nota del tetracordo di moto contrario, con una legatura al posto della “finalis”, seguita da una breve pausa.
Esempio:
SOL SIb DO LA SOL DO-RE
a – tha – ná – tou Pa – thrós
L’inno completo si ripete tre volte con l’aggiunta di una coda. La prima espone l’inno completo cantato dal coro, tenendo le note principali (dominanti) dei tetracordi. La seconda frammenta il testo in tre strofe, aggiungendo varianti di diverso tipo, spande lo spettro armonico, altera la metrica e alterna il coro con le voci soliste (che cantano in moto contrario a quello che è stato appena esposto dal coro). La terza variazione dilata le durate e poi le contrae, affidando ai solisti fioriture e ornamentazioni allungando al massimo gli interventi strumentali che formalmente indicano il punto. La coda prende solo la prima strofa del testo e le durate vengono dilatate ulteriormente a modo di corale lento.
Alla maniera di una Passacaglia in 4/2 (e non in 3/2 com’è nella tradizione), ogni ripetizione apporta qualcosa di nuovo attraverso le variazioni e ornamentazioni, però senza perdere di vista il materiale originale. In un certo modo si tratta di una reiterazione dello stesso però guardandola da ottiche distinte (riflessione e diletto del già ascoltato).
Il resto dell’opera, in ognuno dei movimenti, subisce un trattamento simile. Utilizza anche varianti del tetracordo originale, includendo l’eliminazione di una nota. Fa, Sol, Lab opp. Fa, Solb, Lab e suo inverso Fa, Mib, Re opp. Fa, Mi, Re, etc.
Juan Trigos
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